| (Testo CEI74) 144 Inno per la guerra e la vittoria
Di Davide. Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia.
Mia grazia e mia fortezza, mio rifugio e mia liberazione, mio scudo in cui confido, colui che mi assoggetta i popoli.
Signore, che cos'è un uomo perché te ne curi? Un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?
L'uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa.
Signore, piega il tuo cielo e scendi, tocca i monti ed essi fumeranno.
Le tue folgori disperdano i nemici, lancia frecce, sconvolgili.
Stendi dall'alto la tua mano, scampami e salvami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri.
La loro bocca dice menzogne e alzando la destra giurano il falso.
Mio Dio, ti canterò un canto nuovo, suonerò per te sull'arpa a dieci corde;
a te, che dai vittoria al tuo consacrato, che liberi Davide tuo servo. Salvami dalla spada iniqua,
liberami dalla mano degli stranieri; la loro bocca dice menzogne e la loro destra giura il falso.
I nostri figli siano come piante cresciute nella loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d'angolo nella costruzione del tempio.
I nostri granai siano pieni, trabocchino di frutti d'ogni specie; siano a migliaia i nostri greggi, a mirìadi nelle nostre campagne;
siano carichi i nostri buoi. Nessuna breccia, nessuna incursione, nessun gemito nelle nostre piazze.
Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo il cui Dio è il Signore.
| (Testo TILC) 144 (143) Ringraziamento di un re soddisfatto
Di Davide. Benedetto il Signore, mia roccia! Addestra le mie braccia alla lotta, le mie mani alla battaglia.
È il mio alleato, il difensore, la fortezza dove mi rifugio, lo scudo che mi ripara. A me sottomette i popoli.
Chi è l'uomo, Signore, perché tu ne abbia cura? Chi è mai, perché tu pensi a lui?
L'uomo è soltanto un soffio; i suoi giorni, un'ombra che passa.
Curva il tuo cielo, Signore, e discendi; tocca i monti e prenderanno fuoco.
Lancia i tuoi fulmini, disperdi i nemici; scaglia le tue frecce, distruggili.
Stendi dall'alto la tua mano, salvami dalle acque profonde, strappami dalle mani degli stranieri.
Con la bocca dicono menzogne, alzano la destra e giurano il falso.
Per te, o Dio, canterò un canto nuovo; per te suonerò l'arpa a dieci corde:
tu concedi ai re la vittoria e liberi Davide, tuo servo.
Salvami dalla spada crudele, strappami dalle mani degli stranieri. Con la bocca dicono menzogne, alzano la destra e giurano il falso.
I nostri figli siano come piante cresciute bene fin dalla giovinezza, le nostre figlie come belle colonne scolpite agli angoli del palazzo.
I nostri granai siano pieni, colmi d'ogni specie di viveri. Le nostre greggi diventino migliaia, decine di migliaia nelle nostre campagne;
il nostro bestiame sia ben nutrito. Mai più l'invasione e l'esilio, mai più il lamento nelle nostre piazze.
Felice il popolo così benedetto! Felice il popolo che ha il Signore come Dio.
| (Testo CEI2008) 144 Inno di lode a Dio
Di Davide. Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia,
mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo.
Signore, che cos'è l'uomo perché tu l'abbia a cuore? Il figlio dell'uomo, perché te ne dia pensiero?
L'uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa.
Signore, abbassa il tuo cielo e discendi, tocca i monti ed essi fumeranno.
Lancia folgori e disperdili, scaglia le tue saette e sconfiggili.
Stendi dall'alto la tua mano, scampami e liberami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri.
La loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna.
O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l'arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.
Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna.
I nostri figli siano come piante, cresciute bene fin dalla loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d'angolo, scolpite per adornare un palazzo.
I nostri granai siano pieni, traboccanti di frutti d'ogni specie. Siano a migliaia le nostre greggi, a miriadi nelle nostre campagne;
siano carichi i nostri buoi. Nessuna breccia, nessuna fuga, nessun gemito nelle nostre piazze.
Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio.
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